Strada

Santilli: “Investire sull’uso della bici in città per risolvere il problema del traffico e migliorare la vita”

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Riportiamo intervista all’ Avv. Gianluca Santilli presidente della Settore Amatoriale Nazionale FCI realizzata per Corriere.it da Paolo Foschi giornalista e scrittore il suo ultimo libro Omicidio al Giro sta conquistando gli appassionati delle due ruote

Roma – «La bike economy è una grande opportunità per Roma e per i romani per risolvere i problemi di mobilità, ma non solo. Intorno al mondo delle ruote gira un indotto economico importante che nell’Unione europea vale 200 miliardi. Perché non cogliere le opportunità?»: Gianluca Santilli, avvocato e manager di Lexjus Sinacta (studio con 200 professionisti e nove sedi in Italia), è un uomo di sport. Ex nuotatore, è diventato in età adulto maratoneta. Dalla corsa e il nuoto al triathlon il passo è stato brevissimo e così da qualche anno si è avvicinato al mondo delle bici. Ed è rimasto folgorato. Oggi infatti è organizzatore della Gran Fondo Campagnolo di Roma (gara spettacolare e faticosissima che richiama migliaia di appassionati nella Capitale in autunno), vicepresidente di World association of cycling events, nonché responsabile del settore amatoriale della Federciclismo, dopo essere stato membro della commissione vigilanza doping. Una vita piena di impegni che lo porta in giro per il mondo, ma quando sta a Roma lo costringe a continui spostamenti nel traffico. «Ho risolto tutto con la bici a pedalata assistita: è un mezzo straordinario, ti permette di arrivare ovunque in città, impiegando meno tempo rispetto a auto e moto perché per esempio puoi attraversare Villa Borghese o via del Corso accorciando i percorsi. Senza considerare gli effetti benefici sull’organismo, oltre che sull’ambiente».

Le grandi Capitali

«Investire sulla mobilità sostenibile e sulle bici vuol dire non solo migliorare la qualità della vita dei romani, ma anche creare opportunità di lavoro e di crescita per la città» dice Santilli. E ancora: « Città “impossibili”, congestionate all’inverosimile come e più di Roma, stanno investendo miliardi di sterline, dollari ed euro, a favore di una mobilità efficiente che vede la bici protagonista. Parliamo di Londra, New York e Parigi e non delle paradisiache Amsterdam e Copenhagen. Hanno capito che si tratta di investimenti e non di costi, perché i modelli di sostenibilità economica che li supportano dimostrano non solo un rientro ma un elevato guadagno grazie alla enorme riduzione dei costi legati a prevenzione, salute, ambiente, qualità della vita, ecc. Per non parlare delle positive ricadute sul turismo e sulla occupazione».

Il nodo del traffico

L’avvocato Santilli, citando dati di vari studi, sostiene che «in auto a Roma si percorrono generalmente non più di 6 km al giorno ad una velocità media che non supera i 12 km/h e si occupa per ore il suolo pubblico, parcheggiando l’auto mentre si è al lavoro. E ogni auto è spesso utilizzata da una sola persona. Al posto di quelle auto sarebbe facilissimo tracciare le bike lines a costi irrisori. Le ciclabili spesso sono un lusso che non ci si può permettere e che viene utilizzato come alibi per bloccare la ciclomobilità. E’ intuibile il vantaggio che una mobilità moderna ed efficiente arrecherebbe a chiunque si sposti in città per non parlare dell’incremento di qualità dell’ambiente e quindi dei vantaggi che ciò arrecherebbe alla salute. In Europa il 44% delle persone che vivono in città soffre di patologie più o meno gravi provocate dall’impatto acustico. La spesa sanitaria per questi problemi supera i 350 miliardi di euro: cifra spaventosa che la mobilità sostenibile può contribuire a ridurre sensibilmente».

Il problema della sicurezza

In teoria sembrerebbe facile da realizzare, «ma ci sono due grandi ostacoli da abbattere – dice ancora Santilli – per attivare una mobilità moderna, che vede l’Italia e Roma in particolare in gravissimo, colpevole ritardo: pericolo e cultura. Senza la percezione di una adeguata sicurezza, nessuno andrà mai volentieri in bicicletta a Roma e nelle grandi città in genere e senza una diffusa sensibilizzazione dei cittadini, la bici rimarrà relegata a marginale strumento di mobilità. Occorre semplicemente acquisire la consapevolezza di dover modernizzare la mobilità integrandola con la ciclabilità e valorizzando i modelli di trasporto intermodale: auto/ treno / bus / metro / bici, supportati da bike e car-sharing e veicoli elettrici. Le amministrazioni cittadine delle metropoli coinvolte in processi di modernizzazione della mobilità, rendendola sostenibile, hanno promosso martellanti campagne di comunicazione, volte a far percepire la mobilità sana e sostenibile come una ricchezza ed uno strumento di miglioramento sensibile della qualità della vita. Là ora andare in bici non è solo possibile ma addirittura è trendy e rappresenta uno stile di vita».

Il giro d’affari

Secondo Santilli, il fenomeno della bike economy è tanto importante, quanto in Italia ancora sottovalutato: «La sensazione è che oggi in Italia ci sia una profonda sconoscenza di certe tematiche, il che comporta una enorme difficoltà di interlocuzione a livello politico, burocratico ed istituzionale e ciò frena anche gli investimenti privati. Economia, urbanistica, industria, salute, turismo, sono materie strettamente interconesse con il fenomeno della “bikeconomy”, ma manca una efficace capacità di sintesi necessaria per operare con successo, conseguendo adeguati risultati. Gli oltre 200 miliardi di euro di valore di questo fenomeno, nella sola UE, meriterebbero invece una assoluta attenzione stante il trend di crescita costante del fenomeno».

Eventi e tecnologie

Anche le tecnologie sono importanti per promuovere la cultura della bici in un contesto di promozione del territorio, perché «una città come Roma non offre ad esempio alberghi e siti turistici dotati di biciclette a pedalata assistita in grado di proporre, attraverso “app” dedicate percorsi e siti da visitare lungo gli stessi. Ho provato, a margine della Granfondo Campagnolo Roma, grande evento di massa di ciclismo che richiama oltre 5.000 ciclisti da tutto il mondo, una app molto innovativa denominata Bikeness, che svolge queste funzioni e consente di condividere e tracciare percorsi, dando un rating a contesti bike friendly, fotografando punti di interesse artistico e culturale o naturalistico. Strumenti innovativi ce ne sono: basta utilizzarli e farli utilizzare. Ed anche i grandi eventi sportivi di massa sono un eccezionale strumento di sensibilizzazione. Il fenomeno della corsa si è sviluppato grazie alle grandi maratone di New York e Londra ed ora che anche il ciclismo è arrivato nelle grandi città italiane come Roma, grazie alla Granfondo Campagnolo Roma che non a caso è nella World Association of Cycling events “WACE” assieme agli analoghi eventi di Londra, New York, Città del Capo, Etape du Tour de France e Motala (Svezia), la sensibilizzazione all’uso della bici nelle grandi metropoli non potrà che beneficiarne».

L’appello al futuro sindaco

«Le imminenti elezioni del Sindaco di Roma porranno il tema della mobilità e quindi anche della ciclabilità, auspicabilmente al centro del dibattito politico – conclude l’avvocato Santilli -. Credo che chi saprà dare risposte convincenti e serie, supportate da una reale conoscenza degli strumenti atti a realizzare certi programmi, e confermerà di volersi realmente impegnare per raggiungere risultati concreti, potrà godere di un vantaggio competitivo tutt’altro che banale. Roma ha un vitale bisogno di allinearsi alle grandi metropoli del mondo e per farlo dovrà lavorare molto per migliorare la sua mobilità urbana, visto che è sinonimo di civiltà e qualità della vita. Di buche, caos automobilistico e stress da traffico a Roma è ora di farne a meno».

 

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