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Domenica la 23° Bobbio – Passo Penice incorona i campioni nazionali della Montagna Open sport d’impresa

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Bobbio (Piacenza) – “Lo scorso anno C.S.A.In organizzò, dal 3 al 7 Giugno a Riccione, i giochi europei EFCS, la federazione europea che promuove la pratica sportiva in ambiente professionale in tutto il vecchio continente, di cui C.S.A.In è l’associazione referente in Italia per l’organizzazione dell’attività sul territorio nazionale dello sport legato all’ambiente professionale. Ottomila atleti provenienti da trenta paesi si misurarono in venticinque discipline. Proprio per dar continuità al successo organizzativo e partecipativo di questo evento – sottolinea Biagio Nicola Saccoccio responsabile nazionale del ciclismo C.S.A.In e vice presidente nazionale vicario di C.S.A.In  – C.S.A.In Ciclismo assegna i titoli nazionali open sport d’impresa. E Domenica 17 Luglio la classicissima del ciclismo amatoriale piacentino Bobbio – Passo Penice Trofeo Roberto Ferracuti, giunta quest’anno alla sua ventitreesima edizione e storicamente legata a questa data, assegnerà il titolo della Montagna. La manifestazione si tiene sotto l’egida di C.S.A.In è aperta a tutti i ciclisti in regola con il tesseramento per la stagione 2016 con FCI ed Enti e il titolo nazionale, essendo manifestazione OPEN,  può essere conquistato da ciascun partecipante a prescindere dall’ente di appartenenza, cioè non è riservato ai soli tesserati C.S.A.In”.

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La manifestazione organizzata dalla Pedale Bobbiese è dedicata alla memoria di Roberto Ferracuti, grande amico degli organizzatori, che tredici anni or sono morì mentre era in bicicletta. Ferracuti era un atleta molto forte , non solo in bicicletta, ma anche in altri sport come la Maratona e la corsa in genere. Nella vita faceva il vigile urbano e tutti lo ricordano ancora con immenso piacere.

I partecipanti si misureranno su percorso di 13 chilometri con dislivello altimetrico di 872 metri, prendendo il via da Piazza XXV Aprile alle ore 9,30. Al momento dell’iscrizione riceveranno un’utilissima borraccia ricordo con sali minerali e un buono pizza. La premiazione finale verrà effettuata presso il Ristorante Lo Scarpone nei pressi dell’arrivo

In attesa dei ciclisti i familiari avranno l’opportunità di visitare alcuni monumenti gelosamente custoditi dal comune piacentino.

Ponte Vecchio o del “Diavolo”. Il Ponte Vecchio detto anche Gobbo per l’irregolarità delle sue undici campate è uno dei simboli della città. La sua esistenza è documentata a partire dal 1196 quando un certo Anselmo de Oppica lasciava dei denari per la sua manutenzione. Tuttavia esistono motivazioni che lo farebbero risalire ad età precolombaniana, sulla sponda destra del fiume, infatti, si svolgevano diverse attività ; vi erano ad esempio le saline del condottiero longobardo Sundrarit e dal V secolo era attiva la fornace del rio Gambado. Fino al XVI secolo il ponte era composto da pochi archi che raggiunsero il numero di 11 solo nel corso del secolo successivo. Il manufatto è anche conosciuto come ”Ponte del Diavolo” dalla leggenda popolare che ne racconta la creazione. Si dice infatti che San Colombano ansioso di portare la parola di Dio alle popolazioni che vivevano sull’altra sponda del fiume accettò di stipulare un patto con il Diavolo. Quest’ultimo si impegnava a costruire un ponte in una sola notte in cambio dell’anima del primo essere vivente che lo avrebbe attraversato. Il mattino seguente sebbene con forma e arcate irregolari, dovute alla diversa altezza dei diavoli che durante la notte ne avevano sostenuto la costruzione, il ponte era terminato ed il monaco Irlandese dovette tener fede alla parola data facendo però transitare per primo un cane.

Duomo. Edificato nell’ XI secolo, presenta una decorazione moderna nelle tre navate e una settecentesca nel presbiterio e nella cupola del transetto. Nella cappella di San Giovanni, cui si accede dal transetto di destra, si può ammirare uno stupendo affresco della seconda metà del quattrocento, raffigurante l’Annunciazione.

Castello Malaspina. Il Castello Malaspina fu edificato a partire dal 1304 per volere di Corradino Malaspina e per tutta la durata della sua signoria fu una roccaforte della politica ghibellina. Quando la città passò sotto la protezione della famiglia Visconti fu residenza del Podestà ed in seguito dato come feudo ai Dal Verme. Trasformato in una lussuosa dimora fu acquistato da altre famiglie nobili finché nel 1956 diventò proprietà dello stato. Oggi del Castello originario rimane il mastio centrale a pianta rettangolare. Dal suo cortile interno si gode di una stupenda visuale della città e delle montagne intorno a Bobbio.

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