Ötztaler Radmarathon: al via 2754 ciclisti, tra i quali 365 italiani

Ancora più dura la 40 edizione: freddo con temperature invernali e 10 km in più per la gara sulle Alpi tra le vette dell’Austria e dell’Italia. Doppio podio austriaco: trionfa Hoogerland Jonny con 7.21.01, davanti a Leopold Hans-Joerg con 7.28.26, terzo l’italiano De Marchi Mattia di Noale (Ve) con 7.28.27

Una gara davvero tosta che quest’anno è stata resa ancor più dura dalle temperature davvero fredde con 5° gradi alla partenza alle 6.30, anticipata di 15 minuti per un’altra variabile. Una caduta massi su un tratto del percorso ha infatti costretto l’organizzazione ad allungare di 10 km il percorso, che da 238 km è diventato di 248 km con un dislivello di 250 m. La scongiurata pioggia non c’è stata fino al tardo pomeriggio, evitando così di compromettere la performance dei 2754 partecipanti. Molti di meno in questa edizione con un calo contrassegnato dalla rinuncia di molti iscritti che erano infatti oltre 3.600. Composti, scaglionati e stoici, i ciclisti hanno iniziato la più temuta granfondo ciclistica d’Europa alla volta delle cime alpine con 5500 m di dislivello. Concorrenti provenienti da 32 nazioni, i tedeschi i più numerosi seguiti da austriaci e italiani (365).

Una competizione internazionale giunta alla 40. edizione, che ha debuttato nel 1982 con 115 partecipanti. E anche oggi nonostante il tempo e la contingente situazione post pandemica, molti ciclisti hanno esaudito il desiderio di partecipazione superando il sorteggio tra 15.000 richieste e il numero chiuso. Il percorso è unico per tutti e lungo 238 km, (quest’anno 248 km) con 5.500 m di dislivello, chiuso in gran parte al traffico veicolare.  La partenza alle ore 6.30 da Sölden nella valle tirolese dell’Ötztal, ha visto il cordolo di sportivi dirigersi verso il fondovalle dell’Ötztal per poi affrontare il Kühtai (2.020 m), il primo passo dopo una discesa di circa 20 km.

Il percorso, in direzione Brennero (1.377 m), ha sconfinato in Italia a Vipiteno, scalando successivamente i passi Giovo (2.090) e il temutissimo Rombo (2.509 m), per poi fare ritorno a Sölden in Tirolo. Gli abituali 5.500 m di dislivello, ricordiamo che questa edizione ne avrà 5750 m per la variante suddetta, sono suddivisi su 40,5 km di percorso pianeggiante, 95,7 km di salita e 101,9 km di discesa. I partecipanti di questa edizione della „Ötztaler“, provenienti da 32 nazioni, sono prevalentemente di sesso maschile 2620, mentre le donne 134.

Un’edizione difficile ma che l’organizzazione ha voluto con caparbietà, mettendo in campo o meglio in pista, risorse e protocolli per consentirne lo svolgimento. Il livello di difficoltà di questa gara è stato incrementato dalle condizioni metereologiche, che si sono aggiunte alle già rigide caratteristiche. Una sfida che i ciclisti, amatori ed ex professionisti, affrontano dopo mesi di preparazione e molti km nelle gambe per misurarsi con se stessi ma anche con le Alpi e i suoi temutissimi passi. Le avversità legate al freddo non hanno favorito i tempi della gara che erano stati da record nella scorsa edizione.

Il commento alla gara – Dopo gruppi con tutti i favoriti formatisi più volte durante la gara, i due ex professionisti Mattia De Marchi (ITA) e il belga Frederic Glorieux hanno fatto il primo decisivo passo avanti sul Brennero. Hanno rapidamente ampliato il loro vantaggio a circa cinque minuti fino in Italia. Ma tutto si è svolto intorno al Passo Giovo. La vincitrice Christina Rausch dalla Germania ha dominato le donne per tutta la gara. Al Kühtai si è allontanata e ha aumentato il suo vantaggio di oltre un quarto d’ora fino al Passo Giovo. Nella gara maschile, il belga Glorieux ha le gambe pesanti sui 15,5 chilometri del Passo Giovo e ha dovuto lasciare andare De Marchi. Dietro di loro, Johnny Hoogerland e Jack Burke del Vorarlberg formavano l’inseguimento. Hoogerland dà tutto gas. De Marchi è stato anche il primo a completare San Leonardo in terra italiana, dove ha avuto inizio la salita di 28,7 chilometri al Passo Rombo. Mentre alle loro spalle si formava un nuovo trio di inseguitori con Hoogerland, Burke e l’italiano Fabio Cini, il passo diventava sempre più difficile per il leader. Hoogerland attacca e colma il gap con l’italiano nel giro di pochi chilometri. Raggiunge De Marchi e lo ha letteralmente lasciato lì. Il vincitore si mette in luce nel 2011 e successivamente ha disputato il suo primo Tour de France e vinto la maglia della montagna cinque volte! Con il suo stile inimitabile, ha dominato gli ultimi tornanti sul Passo Rombo e finalmente ha celebrato la più grande vittoria alla maratona della sua carriera a Sölden!

Mattia De Marchi (Noale-Ve) 7.28.27 una gara che ha condotto fino al passo Rombo per poi cedere e venire letteralmente risucchiato dall’austriaco Hoogerland “ L’assenza di pioggia è stata la cosa positiva mentre il freddo ha condizionato la gara. Non sentivo più le gambe e sul Rombo ho ceduto, sono felice del mio 3° posto in questa competizione che è la seconda gara più difficile al mondo “.

Tra le donne la competizione si è conclusa con il trionfo della tedesca Christina Rausch con 8.15.20davanti alla connazionale Veronika Weiss 8.50.29 mentre al terzo posto l’austriaca Bianca Somavilla 8.52.03.

I risultati dell’evento