Tour de France: urlo canadese a Foix vince Houle. Pogacar ci prova, ma non punge

Di CicloZeman – Prima tappa pirenaica al Tour senza grandi salite, giusto per testare la gamba e provare a capire che succederà quando si dovrà fare sul serio. La frazione che portava da Carcassonne a Foix ha visto la Jumbo Visma difendere la maglia gialla Vingeggard dando via libera alla folta fuga di giornata, ben 29 elementi che si sono poi dati battaglia con una selezione impietosa fra Port de Lers e Mur de Péguère, con un bellissimo assolo finale del canadese Hugo Houle (Israel Premier Tech) giunto con 1’10” sul francese Valentin Madouas (Groupama FDJ) e il connazionale Michael Woods, che ha corso da vero stopper per aiutare il più giovane compagno, commosso al traguardo nel dedicare la vittoria al fratello Pierrik scomparso dieci anni fa.

Pogacar ha provato a saggiare la condizione del rivale, ma si è capito subito che la sua azione, coadiuvata dal polacco Majka era soprattutto un punzecchiare la Jumbo per capire se il danese ha assimilato bene la giornata di riposo. Giornata che, come sempre avviene nei grandi giri, ha fatto vittime importanti: da una parte Adam Yates, che però si è lasciato andare abbastanza tranquillamente spremendo le energie a disposizione per proteggere il capitano Geraint Thomas, terzo incomodo nella lotta per la maglia gialla. Ben più pesante il cedimento del francese Romain Bardet (Team DSM) che era in piena lotta per il podio ma ha perso oltre 3 minuti e mezzo. Tengono invece bene David Gaudu (Groupama FDJ) e Nairo Quintana (ARkea Samsic) che da anni non si vedeva a questi livelli, anche se la strada verso parigi è ancora lunga.

Chi ha provato a fare qualcosa è stato Damiano Caruso (Bahrain Victorious) entrato nella fuga di giornata su una tappa che era lui congeniale, ma le gambe non sono brillanti come qualche settimana fa e il siciliano ha chiuso a oltre 5 minuti da Houle, decimo arrivando poco prima dei leader di classifica. E’ evidente che qualcosa non è andato nella preparazione, dispiace perché la condizione mostrata prima del Giro d’Italia ne avrebbe fatto un sicuro protagonista sulle strade nostrane.

Domani tappa più corta, ma già più ricca di insidie, 129,7 km con arrivo a Peyragudes e tante salite pericolose: Aspin, Horquette d’Ancizan, Val Louron-Azet e la scalata finale di 8 km per un totale di quasi 39 km di salita. C’è da credere che Pogacar proverà a mettere alla corda Vingegaard, se non altro per cominciare a ridurre quei 2’22” di ritardo.