Loda: “Rispettare le norme per combattere il Covid 19. #iorestoacasa”

Hanno tutto in mano gli italiani sani. Devono rispettare le misure di distanziamento sociale, uscire il meno possibile, aspettare. Solo così, almeno per ora, si può combattere il Covid 19. Intanto ieri per il comprensorio bresciano è stato il giorni più nero, con Brescia che ha avuto un incremento di casi (+445) maggiore di quello di Bergamo. I decessi nel Bresciano arrivano a 315. Abbiamo intervistato Nicola Loda, ex professionista bresciano e responsabile della formazione amatoriale Team Millennium Loda che ci racconta come sta vivendo queste settimane.

Brescia – Come sta vivendo questo particolare momento in cui la pandemia da Covid 19 ci costringe a cambiare le nostre abitudini?

“Io sono bresciano e purtroppo la nostra provincia, come tutta la regione Lombardia e la vicina Bergamo, oggi fa registrare il maggior numero di casi. Seguo la televisione e gli aggiornamenti della Regione e della Protezione Civile, numeri che spaventano. Basta vedere quelli di oggi. 1377 i nuovi casi lombardi, per un totale di 14649. La crescita più significativa riguarda i ricoveri, saliti a 1273, per un totale di 6171.

 823  ricoverati in terapia intensiva. Sono stati 202 i nuovi decessi in Lombardia, con il bilancio totale di 1420 numeri che mettono solo tristezza. Io ormai da ventuno giorni sono a casa dal lavoro. La palestra Millennium è stata fra le prime a chiudere e subire il problema, da otto giorni non tocco nemmeno la bicicletta. Ultima uscita domenica scorsa e ho sospeso le uscite di gruppo team da sabato scorso. Con i tesserati ci sentiamo attraverso i social network e la mail info team. Ho cercato di dare loro forza e li invito continuamente attenersi alle regole, l’unico modo per combattere il virus”.

•             Come sta vivendo queste settimane senza lavoro e bicicletta?

“Guardi, il mio pensiero e vicinanza va principalmente a coloro che hanno perso i propri cari, a tutte le persone che lottano contro il virus, il personale medico, i volontari, oltre ad altre categorie professionali, che lavorano per curarci e limitare l’ulteriore diffusione del virus. Uno dei nostri tesserati ha perso il nonno, un altro ha i genitori ricoverati. Non nascondo che spesso prego per loro e per tutti i malati. Lavoro e attività sportiva sono direttamente collegati. Per quel che riguarda la bicicletta, per me è una compagna di vita inseparabile. Già a tre anni pedalavo senza rotelle, a dieci ho iniziato a gareggiare nelle categorie giovanili senza più scendere dalla bicicletta. Alternando il ciclismo al motocross.

Dopo 14 anni di professionismo ho praticato motocross, sono caduto due volte, nella prima ho riportato la frattura di bacino, costole e di un dito. Poi dopo quattro mesi, sono caduto di nuovo nella prima gara e sono svenuto. Ho preso come un segnale negativo questo ulteriore incidente e ho sospeso l’attività di motocross. Ora continuo a pedalare con il mio team e mi diverto a partecipare alle gare amatoriali. La sana competizione, l’aggregazione, la condivisione delle esperienze sportive mi piace e mi fa star bene. Mi diverto e grazie all’esperienza accomunata in tanti anni di attività cerco di consigliare i miei tesserati.

Come mi alleno? Io non ho mai amato particolarmente i rulli, neanche quando ero professionista mi entusiasmavano. Figurati ora. In questi ultimi otto giorni non li ho toccati. Mi sono concesso soltanto qualche camminata in montagna. Stiamo vivendo un periodo irreale, mi sembra di essere il protagonista della trama di un film. Le camminate in montagna non mi entusiasmano e allora mi dedico alle pulizie della casa, al giardinaggio. Sinceramente rischio più di farmi male con piccone e badile a casa che in bicicletta.

•             Che cosa suggerisce ai suoi tesserati?

Di non mollare. Questo periodo negativo passerà. Fare attività come possono, nel rispetto delle regole, nessuno del mio team ha la possibilità di andare ai giochi olimpici e nemmeno di essere convocato in nazionale, ne ambire a diventare il nuovo Sagan. Quindi è doveroso evitare esposizioni e rischi inutili per se e che vive al loro fianco. Ci sarà sicuramente tempo per tornare a pedalare, condividere i nostri momenti settimanali per allenamenti e gli incontri in pizzeria che contraddistinguono l’unità del nostro gruppo”