Indagine Radiocorsaweb.it “Il futuro delle granfondo”. L’intervento di Alessandro Capella (Granfondo Sestriere Colle delle Finestre)

Ringraziamo Alessandro Capella, Sestriere Bike Grandi Eventi, co – organizzatore della Granfondo Sestriere Colle delle Finestre e Assietta Legend per la sua partecipazione alla nostra analisi e indagine su quello che sarà il futuro delle granfondo in Italia, durante, ma soprattutto dopo la pandemia Sars Cov2.

Come ti immagini il futuro per le granfondo? è la domanda che abbiamo posto a giornalisti, organizzatori di granfondo, responsabili di team amatoriali, corridori, responsabili di aziende.

Torino – “Provo a rispondere dal mio punto di vista, quello dell’organizzatore che, come penso tutti i miei colleghi, guarda con attenzione alla nuova normalità – esordisce Capella – quella che ci attende nel futuro prossimo, anche se a tutt’oggi non possiamo che fare delle ipotesi di come e quando si potrà finalmente tornare a pedalare nei grandi eventi partecipativi.

Sappiamo che il mondo professionistico ripartirà per primo, probabilmente ad agosto, sulla spinta dell’importante interesse economico che è alla sua base, ma parliamo di poche centinaia di atleti che hanno problematiche diverse da quelle del mondo delle granfondo, in cui gli ordini di grandezza sono ben diversi. La speranza è che il professionismo possa essere il volano per fare ripartire anche il ben più vasto mondo amatoriale, forse oggi un tantino dimenticato.

Già proprio questo è il punto: al momento non sappiamo quando e come si ripartirà, ed il dubbio è che il 2020 sarà ricordato come un anno “in bianco” per il ciclismo amatoriale, che è il volano economico del settore; temo delle ricadute in termini di sostegno e sponsorizzazioni, quelle che permettono, tra altro, al movimento professionistico, agonistico e alle granfondo di esistere, proprio quelle granfondo che sono uno dei più importanti volani turistici del belpaese, tanto che è ormai comunemente diffuso il termine di “bike economy”.

Ma proviamo ad immaginare una granfondo in epoca (post) COVID-19 mutuando le attuali regole del distanziamento sociale: quasi tutto si può rimodulare, a partire dal pasta party che possiamo pensare sostituito dal take-away, la “schiscetta” come si diceva a un tempo. Poi c’è anche da ripensare ai ristori, più numerosi, con razioni monodose, e sul lunghi tavoli per garantire il distanziamento sociale, la vera keyword di questa infelice stagione.

In tutto questo i ciclisti dovranno sempre avere con se la mascherina e i presidi di sicurezza, come già oggi è richiesto, ma il problema resta: la partenza o meglio le griglie di partenza dove si accalcano migliaia di partecipanti. Un bel dilemma!

Qualcuno pensa alle partenza “alla francese”, dove ognuno parte quando vuole nell’ambito di una fascia oraria: bell’idea, peccato che le granfondo sono l’espressione dell’agonismo amatoriale, quello che cerchiamo di tutelare con ASA, scorte tecniche, e tutta la sicurezza possibile. Non nascondiamoci, ben sappiamo che dopo pochi metri dalla partenza si formerebbero comunque i gruppi che pedalerebbero senza scorta e protezione alcuna. Probabilmente non è questa la soluzione.

Non resta che sperare in un protocollo Ministeriale tollerante che possa tenere conto di quest’aspetto critico, augurandoci che possa bastare entrare in griglia indossando la mascherina, magari con l’ingresso all’ultimo minuto per ridurre per quanto possibile l’assembramento.

Qualcuno pensa che saranno in molti a rinunciare, ma credo che il numero di partecipanti alla granfondo non diminuirà più di tanto, forse di perderà qualche cicloturista, ma chi ama la bicicletta non può rinunciare a misurarsi con se stesso e con gli altri nei grandi eventi. Lo stimolo per affrontare una stagione è proprio nel programmare la partecipazione alle competizioni che più si amano o che si vogliono affrontare. Le granfondo sono il sale della vita di un ciclista! (cit. Françoise Héritier)

Ultimo punto, ma non ultimo in ordine di importanza, se pensiamo alle quota d’iscrizione, non vorrei vedere aumentare il costo delle manifestazioni, se non si è “costretti” da eventuali norme e obblighi che potrebbero essere introdotti. La nostra organizzazione è resiliente e nel limite del possibile saprà fare fronte ai protocolli che verranno.

Buon ciclismo a tutti!”