Granfondo Mangia e Bevi: Antonello Bertulessi ci presenta i due percorsi della prima edizione dell’evento vercellese

La storia di Antonello Bertulessi, granfondista vercellese che ha superato un Linfoma di Hodgkin anche grazie alla sua passione per il ciclismo. Prenderà il via alla granfondo, come ospite, con il numero 1 e ci presenta i due percorsi di gara della seconda prova del circuito Coppa Piemonte.

Vercelli – Pianure divise simmetricamente e sommerse d’acqua per gran parte dell’anno, che rispecchiano i colori e le tonalità del cielo. Paesaggi multiformi e ricchi di fascino, le risaie ciclabili e la Via Francigena. Le colline del Monferrato, teste di giganti pettinate da filari di viti ordinate. Gli Infernot, locali sotterranei costruiti scavando a mano una particolare roccia arenaria, la pietra da cantoni, o in tufo e solitamente adibiti a cantina o dispensa. Caratteristica comune a cantine e infernot è l’assenza di luce e di aerazione diretta.

È questo lo straordinario tracciato che caratterizzerà la prima edizione della Granfondo Mangia e Bevi Vercelli e Monferrato, seconda prova del circuito Coppa Piemonte, in programma domenica 16 maggio, che avrà quale location quella parte della città che si sviluppa intorno alla Basilica di Sant’Andrea, uno dei più importanti e conosciuti momento della città.

Il comitato organizzatore dell’evento ha deciso di assegnare il numero uno di questa prima edizione della Granfondo Mangia e Bevi, al vercellese Antonello Bertulessi, che grazie alla sua passione per il ciclismo è riuscito a sconfiggere un linfoma di Hodgkin che gli era stato diagnosticato lo scorso 2 agosto.

Una storia che merita di essere raccontata. “Il diciotto luglio 2020 insieme a Cristiano Tara ho completato l’Everesting Campiglio, percorrendo 328 chilometri e 8876 metri di dislivello in 17 ore. Mi sentivo in perfetta forma – sottolinea Bertulessi – altrimenti non sarei stato in grado di preparare ed affrontare una prova impegnativa come l’Everesting. Il 2 agosto a seguito di una caduta in casa, mi viene diagnosticata la frattura scomposta della clavicola. Durante gli accertamenti i medici notano una massa nel mediastino, che si rivelerà poi un Linfoma di Hodgkin. Dopo l’intervento per la biopsia e le cure, a novembre, ovvero dopo solo tre mesi e mentre mi sottoponevo alle cure prescritte, sono risalito in bici per brevi uscite di una ventina di chilometri. Nulla, in confronto agli allenamenti che affrontavo per preparare le granfondo, ma quelle pedalate in sella alla mia compagna di tante avventure mi hanno dato la forza di affrontare la ripresa, insieme all’amore della mia famiglia e i medici del reparto Ematologia dell’Ospedale di Novara che mi hanno curato, ma anche sostenuto psicologicamente. Il ciclismo ti insegna a soffrire, ad affrontare le difficoltà che trovi lungo i percorsi di gara. Ma il ciclismo ti insegna anche a vivere, anche se a volte noi appassionati non diamo la giusta importanza a questi insegnamenti”.

Antonello Bertulessi, tesserato dalla corazzata torinese Rodman Azimut Squadra Corse, sarà al via della granfondo come ospite, conosce bene i due percorsi di gara, per aver partecipato alla ricognizione organizzata dalla Team One P.M. società organizzatrice dell’evento. Inoltre abitando a Ghislarengo (Vercelli), percorre spesso quelle stesse strade per allenarsi.

La granfondo vedrà i partecipanti misurarsi lungo il tracciato di gara di 138 chilometri e 1458 metri di dislivello. “I primi trentatré chilometri sono pianeggianti – esordisce Bertulessi – ma è nei 73 chilometri della parte centrale della gara, che inizia dopo il suggestivo ponte sul fiume Po, che si concentrano i 1458 metri di dislivello, prima di ritornare a pedalare in pianura per coprire gli ultimi trenta chilometri di gara. La salita più impegnativa è quella che conduce al Sacro Monte di Crea, nel cuore del Monferrato. Le ascese sono corte e presentano brevi tratti con pendenze che raggiungono la doppia cifra (14 – 15%). E’ una granfondo alla portata di tutti. Per quel che riguarda la Mediofondo (108 chilometri e 881 metri di dislivello), chiaramente si riduce la parte centrale del percorso, in cui è concentrato il dislivello, 40 chilometri, e in questo caso l’ascesa al Sacro Monte di Crea potrebbe essere il punto ideale in cui sferrare la rasoiata vincente per conquistare il prestigioso successo”.

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