Si è conclusa a Padova lo scorso 7 giugno l’edizione numero 12 della manifestazione organizzata dalla Fondazione Giovanni Celeghin per finanziare gli studi volti a sconfiggere queste terribili patologie. Fabio Celeghin, ad del gruppo veneto Dmo, ha percorso 1.200 km in bicicletta, da Sanremo a Padova, per sollecitare la solidarietà di tutti e ottenere fondi da destinare alle istituzioni mediche e scientifiche, attraverso uno specifico bando. In 12 anni raccolti quasi 2 milioni di euro
È sembrato quasi (ma è solo una suggestione, certo!) che, lassù tra i cieli, qualcuno seguisse il pedalare di Fabio, ne ascoltasse i battiti cardiaci, si preoccupasse per la sua fatica… E riempisse quindi d’aria i polmoni per soffiare via le nubi, «fatto sta che a ogni tappa, il giorno prima c’era maltempo, poi inforcavo il sellino e la pioggia finiva!». Son passati così sei giorni, duri, con altrettante tappe, a pedalare tra Liguria, poi Piemonte, quindi Lombardia, una prima volta in Veneto, e Friuli Venezia Giulia, per concludere ancora in Veneto, a Padova, come sempre. Il cielo clemente come compagno, la tenacia inscalfibile come alleato, e un grande obiettivo quale motore: raccogliere fondi per la ricerca scientifica contro i tumori cerebrali.
Potremmo sintetizzare così la dodicesima edizione di Da Santo a Santo, manifestazione organizzata dalla Fondazione Giovanni Celeghin che si è conclusa lo scorso 7 giugno, ovviamente nella città del Santo (inteso come sant’Antonio). Uno, cento, mille protagonisti: quello in solitaria è Fabio Celeghin, figlio di Giovanni e amministratore delegato del gruppo veneto Dmo Spa, titolare dei marchi Caddy’s e Beauty Star: lui ogni anno, appunto da dodici anni, s’allena intensamente sulla bicicletta per essere pronto, sempre in questo periodo d’inizio giugno. Questa volta sono stati 1.200 km di strada, da Ovest a Est, partenza il 2 giugno da Sanremo, prima tappa ad Asti e poi Brescia, Asiago, Trieste, Treviso, fino al gran finale patavino. In dodici anni Fabio ha sudato per qualcosa come 11.400 km, con un solo obiettivo nella testa: onorare la memoria del padre Giovanni, scomparso nel 2011, a 68 anni, a causa di un glioblastoma multiforme, il tumore al cervello più aggressivo, ancora oggi senza speranza di guarigione; e farlo nel modo più concreto e proattivo possibile, ossia donando i proprio sforzi sulle due ruote per farsi alfiere di una manifestazione in grado di raccogliere l’attenzione e i fondi necessari per finanziare progetti scientifici strategici proprio per la ricerca sui tumori cerbrali.
Pure quest’anno ce l’ha fatta, Fabio. Ha tagliato il traguardo finale di Padova – ancora una volta accompagnato nell’ultimo tratto di venti km, da Monselice per intenderci, da un folto gruppo di altri ciclisti – superando discese ardite e risalite, sapendo che ogni metro percorso si sarebbe convertito in un passo in avanti nella raccolta fondi, obiettivo (straordinario!) di 215mila euro raggiunto, si vanno ad aggiungere ai circa 1.750.000 euro degli anni scorsi per arrivare a quota un milione 965mila euro, destinati ora come sempre, attraverso rigorosi e specifici bandi, a finanziare i più importanti progetti contro i tumori cerebrali.
Passo indietro. Giovanni Celeghin è stato un imprenditore brillante e un uomo onesto e generoso. È scomparso a causa di un glioblastoma multiforme, il tumore al cervello più aggressivo, ancora oggi senza speranza di guarigione. I figli, Fabio e Annalisa, hanno subito pensato che al dolore per la perdita del padre dovesse seguire qualcos’altro, ovvero un impegno concreto affinché nessun altro debba, in futuro, trovarsi di fronte a una simile tragica situazione. Così, l’anno successivo, hanno creato la Fondazione Giovanni Celeghin, nata proprio per sostenere la ricerca sui tumori cerebrali, che finanzia progetti in collaborazione con ospedali e università italiani, con l’obiettivo di individuare nuove strategie terapeutiche e offrire dunque maggiori speranze di guarigione ai pazienti e più serenità alle loro famiglie. «Come stimolare una raccolta fondi partecipata?», si son chiesti a un certo punto Annalisa e Fabio, che della Fondazione sono rispettivamente presidente e vicepresidente. Certo le classiche cene, certo le serate, certo gli appuntamenti culturali… Ma non bastava, serviva qualcosa che “facesse notizia”, ossia catalizzasse l’attenzione.
Da Santo a Santo è stata la risposta. «Se è stata l’edizione più bella di tutte? Devo dirti la verità: ogni nuova edizione è sempre migliore della precedente. E anche la prossima lo sarà – ha esclamato al traguardo Fabio Celeghin, provato ma felice – Ma devo dire che questa volta l’arrivo a Padova è stato davvero emozionante, come fosse la prima edizione». Ogni tappa è stata un passo in avanti in aiuto alla ricerca contro i tumori, mentre erano attivate le donazioni sul sito dasantoasanto.it(Pedaliamo per la ricerca! Dona anche tu! #controitumoricerebrali), ma pure nei negozi del gruppo DMO Spa, parliamo dei tanti punti vendita targati Caddy’s, Beauty Star e L’Isola dei Tesori. E si sono anche organizzate cene solidali al termine di alcune tappe.
Come verranno utilizzati questi soldi? Quelli della Fondazione sono rigorosi, vogliono la massima trasparenza e assegnano i fondi – dietro regolare bando validato da un comitato scientifico presieduto dal celebre oncologo e virologo Prof. Giorgio Palù – ai progetti che in Italia e anche all’estero si rivelano più promettenti per sconfiggere definitivamente questo patologia, o comunque per far sì che i tumori cerebrali facciano meno paura. I vari enti – ospedali, università, centri di ricerca – possono candidare i loro progetti; i più validi ottengono la relativa assegnazione, «in questi decenni abbiamo finanziato realtà scientifiche a Milano, Roma, Napoli, Genova, Oxford, Pisa, Padova» spiega Annalisa Celeghin. Nel 2024 le iniziative organizzate dalla Fondazione Giovanni Celeghin, in primis Da Santo a Santo ma poi anche altri eventi nel corso dell’anno, hanno consentito di mettere a disposizione 500mila euro che poi hanno finanziato tre progetti di ricerca specifici sul glioblastoma, uno a Milano, uno a Roma e uno a Padova. Altri focus della Fondazione sono il supporto psicologico gratuito ai malati e ai loro caregivers, il sostegno a giovani medici attraverso borse di studio, l’acquisto di tecnologia per i reparti ospedalieri, per un controvalore di circa 4 milioni di euro.
Per concludere, un’annotazione doverosa: Da Santo a Santo 2025 è stato reso possibile anche grazie al contributo di partner benemeriti, parliamo di Pinarello, ProAction, Rudy Project, Relizont, Inovys Logistic, Hadmin, Fila Solutions, Evologi per citare solo i principali.
Le strade bianche e le ville storiche sulle colline attorno a Firenze saranno teatro della prima tappa del Giro d’Italia d’Epoca organizzata dal G.S. Tre …
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