Castro Bike: l’emozione di una storia unica

Castro dei Volsci (Frosinone) – “E’ rosso il tramonto,

rosso come il sangue di madre,

come rossa è ogni goccia del sangue versato

sull’altare di inutili guerre.

Con un urlo il tuo abbraccio di madre ricorda

le grida e il dolore di tutti i perdenti

di tutti gli agnelli innocenti.

Fu nera la mano che spinse il grilletto,

che brandì quel coltello

ma più nero fu il cuore che avvallò

e coprì quel macello”.

Oggi, la vita scorre tranquilla tra i vicoli di Castro dei Volsci, comune inserito tra i Borghi più belli d’Italia, arroccato su una collina a guardia della valle del Sacco.

Ma la scultura commemorativa dedicata alla Mamma Ciociara, posta sulla terrazza panoramica che sorge sulla sommità del centro storico e i versi della poesia di Ercole De Angelis, Primavera del ’44 a una madre ciociara, testimoniano una terribile ferita che non si rimarginerà mai: le marocchinate.

Il coraggio e la determinazione di una donna che si lanciò contro sette goumiers, soldati delle truppe marocchine arruolati nelle tribù del loro paese e aggregate al Corpo di Spedizione francese, che stavano stuprando sua figlia. Venne trucidata e il suo cadavere rimosso dopo tre giorni dai soldati alleati. Di quelle mamme, che oltre a perdere figli e mariti in guerra, hanno perso la loro stessa vita, la loro dignità e quella delle figlie.

Una pagina di storia in cui si trova il coraggio, l’onore, la fame, la cieca stupidità degli ignoranti, l’istinto materno che abita nelle donne, il duro lavoro dell’aspra terra ciociara, la bellezza selvaggia dei luoghi e delle opere presenti sul territorio.

Una pagina di storia che va assolutamente letta prima di immergersi o pedalare in questo straordinario territorio, che un tempo segnava il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli, da Anagni sino ai confini con l’Abruzzo e la Campania in cui si intersecano percorsi impegnativi per raggiungere Amaseno e le Creste dei Monti Lepini. Priverno e la storica abbazia di Fossanova per poi confluire sulla strada panoramica che sovrasta il mare.

I percorsi preferiti dai ciclisti dell’associazione sportiva Castro Bike, fondata nel 2008 da un gruppo di appassionati locali.

Quarantadue tesserati, una delle attività sportive più diffuse a livello nazionale, grazie alla sua versatilità, che permette di praticarlo in molti modi, da quello agonistico a quello semplicemente amatoriale, passando anche per le possibilità legate al mondo del turismo.

Il confronto con sé stessi, più che con gli altri, la condivisione di straordinarie esperienze sportive, l’amore per la natura e lo sport come mezzo utile a mantenere uno stato di forma ideale, queste le motivazioni principali che spingono i portacolori della Castro Bike a pedalare.

Valori condivisi anche dal trentatreenne Giuseppe Nili con un trascorso da calciatore, tre anni fa ha deciso di dedicarsi al ciclismo e si è lanciato subito in sfide molto impegnative come l’Everesting. Ben tre tentativi lungo la salita di San Giovanni Incarico che conduce al Santuario di Nostra Signora della Guardia. Il primo Everesting lo mette a segno il 13 ottobre 2018 scalando la salita per ben 48 volte e impiegando 16 ore. Il 30 giugno 2019 si lancia nel secondo tentativo, ma problemi fisici non gli permettono di conquistare l’ambito traguardo. Nonostante la “giovane passione” Giuseppe Nili non si arrende e il dodici ottobre dello stesso anno iscrive per la seconda volta il suo nome, nella prova che viene organizzata annualmente da Fabrizio Dolce.  

“Il terzo tentativo è stato quello più impegnativo – afferma Nili – infatti ho impiegato 17 ore per coprire le 48 scalate, ma volevo riuscire assolutamente a concludere l’impresa dopo essermi arreso quattro mesi prima per problemi fisici. Quest’anno avevo programmato la partecipazione al Lazio Trial MTB, 380 chilometri da Roma a Tarquinia pedalando in autonomia, a cui si era aggiunto l’Everesting lungo la salita delle Macchie a Pastena. Una salita da 1,5 chilometri da ripetere 88 volte. La pandemia ha purtroppo messo tutto in discussione, ma io non mi arrendo”.

L’Everesting è una sfida che ha conquistato diversi tesserati della Castro Bike. Il castrese Patrizio Rossi ha conquistato per ben tre volte l’ambito traguardo. Nella sua Castro dei Volsci il 2 luglio 2018, affronta la salita per 45 volte percorrendo 280 chilometri e affrontando un totale di 8848 metri di dislivello. Il secondo tentativo a Sperlonga, il 6 aprile 2019. Ripete la salita 43 volte coprendo 416 chilometri insieme a Giovanni Prosperi. Il terzo e ultimo successo, il 12 ottobre 2019, a San Giovanni Incarico affrontato in sella ad una bicicletta Legnano del 1978. “Una di tre biciclette che ho acquistato in un negozio per soli 100 euro. Sono riuscito a sistemarla e ho tentato l’Everesting. Tre bellissime avventure. Il più impegnativo l’ultimo, quello affrontato con la bicicletta vintage. Non riuscivo a far girare le gambe e salire con il giusto ritmo”.

  • Prossimi obiettivi?

“Vorrei fare un Everesting in MTB, avrei voluto provare in questo periodo, ma la pandemia mi ha costretto a cambiare i programmi. In passato ho effettuato un viaggio in solitaria da Aosta a Castro dei Volsci”.

Anche il frusinate Gianluca Colasanti ha iscritto il proprio nome nell’Everesting 8848 lungo la salita di Pisterzo (Latina).

Unica donna del gruppo, la combattiva Maria Rita Rinna, violinista che alterna le dolci note del suo strumento al fruscio dei copertoncini che scorrono sul selciato.

“Il nostro è soprattutto un gruppo di appassionati di questa attività sportiva – esordisce Tonino Perfili presidente della società – a cui piace condividere le uscite domenicali, le pedalate nella natura. Alcuni di noi partecipano anche a manifestazioni agonistiche come il circuito MTB Terre Ciociare, Hero BMW, Strade Bianche ed altri eventi di carattere nazionale ed internazionale delle diverse discipline. Abbiamo partecipato anche ad alcune 6 ore MTB conquistando ottimi piazzamenti. Ma il confronto è principalmente con noi stessi”.

  • Dopo aver organizzato per tre anni una cronoscalata da Madonna del Piano al monumento a Mamma Ciociara, quest’anno avevate programmato una novità?

“Si, l’organizzazione di una notturna in MTB per coinvolgere il maggior numero di appassionati e al termine della prova condividere le proprie esperienze davanti ad un ottimo pasta party. Purtroppo, la pandemia ci ha costretti a posticipare tutti i programmi al 2021. Oltre alle cronoscalate, tra cui una prova è stata valida quale prova del campionato regionale CSAIn, a cui siamo affiliati dal 2016, abbiamo organizzato gite sociali ad Assisi e San Giovanni Rotondo. A questo va aggiunta la Pedalata aperta a tutti che ogni anno organizziamo il 25 aprile per coinvolgere gli appassionati e la popolazione”.

Dalle montagne alla pianura percorsi alla portata di tutti, che attestano e sanciscono la trasversalità di questo sport, il quale permette di appassionarsi ad esso grazie anche alla scoperta delle meraviglie del territorio circostante e della natura.