Alla Ride Riccione si pedala per AROP: svelato l’obiettivo “charity”

Il lavoro per l’allestimento della prossima Ride Riccione Week procede a pieno ritmo. Dal 2 al 5 giugno, per la terza volta, la città romagnola si colorerà nuovamente a festa, per un evento che attira gente da ogni parte d’Europa.

Quest’anno, libera da molte restrizioni legate alla pandemia, la nuova società al vertice dell’organizzazione, ha in programma di allestire un grande evento, che avrà come sempre il proprio culmine alla domenica con la grande manifestazione in bicicletta.

La presenza di AROP: un vero e proprio segnale di speranza

La settimana ciclistica romagnola va riempiendosi di ora in ora di nuovi eventi che vanno ad affiancarsi alle iniziative già consolidatesi nel tempo, di partner importanti e prestigiosi, ma anche di significati che spesso vanno anche al di là del semplice aspetto sportivo. Tra le prime associazioni che hanno aderito all’iniziativa c’è ad esempio l’AROP, L’Associazione Riminese Oncoematologia Pediatrica: una struttura che da oltre 15 anni supporta le famiglie di bambini affetti da malattie del sangue. Un cammino difficile e lungo che la struttura messa in piedi da Roberto Romagnoli e da Massimo Storani (non facente più parte dell’organizzazione, validamente supportata però da sua moglie) lavora per alleviare giorno per giorno.E si sente dalla voce che questo impegno è affrontato con enorme trasporto umano. Romagnoli è una persona che ha cercato con passione di estrarre qualcosa di positivo da un’esperienza che più difficile di così non si può immaginare…«Avevamo nostra figlia affetta da leucemia, e abbiamo provato sulla nostra pelle tutte le difficoltà legate a questa condizione di famiglia, perché è qualcosa che la coinvolge nella sua interezza. Siamo stati fortunati a venirne fuori, ma quell’esperienza non poteva rimanere fine a se stessa. Io e Massimo, anche lui genitore coinvolto in una storia parallela alla mia, ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa».

L’impegno della Onlus si è tradotto così nella creazione di una grande struttura abitativa capace di accogliere più nuclei familiari: «L’idea è venuta dal fatto che, per legge, la famiglia deve assistere e supportare un minore per tutto il tempo della sua malattia, e il nostro intento è permettere che il sostegno sia totale, in grado di attutire le difficoltà del piccolo ma anche di chi gli sta intorno. Abbiamo così creato una struttura abitativa composta da 4 appartamenti con un totale di 5 stanze da letto, in grado di accogliere fino a 20 persone. In questo modo le famiglie possono affrontare con un pochino di serenità in più un periodo difficile, considerando il fatto che bisogna lasciare da parte il lavoro, trasferirsi, vivere lontani da amici e parenti. Noi nel nostro piccolo abbiamo cercato di dare qualcosa per affrontare tutto ciò».

Il coinvolgimento di Arop nella Ride Riccione non è casuale…

«Con Gianfranco Sanchi ci conosciamo da tanti anni, anche lui è genitore e ha una sensibilità particolare che l’ha portato ad avvicinarsi sempre con enorme interesse alla nostra realtà. Confrontandoci siamo giunti alla conclusione che ci sono tanti punti in comune in quello che facciamo: lo sport è traguardo, è impegno, è determinazione e voglia di andare avanti e non è esattamente quello che prova chi vive una situazione come quella di tante famiglie vicine ai propri figli malati?

Non abbiamo ancora pensato a che cosa potremo fare per essere coinvolti, ma sicuramente saremo presenti e lo faremo con piacere, oltretutto Riccione è una realtà molto più vicina a noi di quanto dica la geografia, lì abbiamo un nostro laboratorio di riferimento. Ci saremo, per farci conoscere e dare un messaggio di speranza».

Per Gianfranco Sanchi, deus ex machina della Ride Riccione Week, il coinvolgimento di AROP in questa terza edizione era qualcosa di irrinunciabile. «Con Roberto ci conosciamo da oltre 10 anni – spiega l’organizzatore – quand’ero presidente del Lions avevamo già avuto modo di collaborare, e ho visto direttamente il grande lavoro che l’associazione fa per bambini e famiglie, uno sforzo importante e spesso misconosciuto, ma che invece deve essere diffuso il più possibile per un bene comune».Sanchi ha già pensato a come venire incontro alle esigenze dell’associazione tramite la manifestazione.«Un impegno come il loro ha bisogno di fondi continui, serve un grande sostegno globale e il nostro festival può essere innanzitutto una grande cassa di risonanza, un’occasione per dare visibilità al loro lavoro, ma potrà soprattutto servire per raccogliere donazioni in favore dei progetti che Arop sostiene.

Chiederemo ai partecipanti alle varie iniziative di contribuire anche con pochissimo a quello che l’associazione fa perché conosciamo bene la sensibilità del mondo del ciclismo e sappiamo che non sarà insensibile».Ma l’impegno dell’organizzatore va anche oltre e c’è l’idea di qualcosa di speciale, i cui contorni verranno presto delineati.«Vogliamo assolutamente coinvolgere bambini e famiglie che staranno vivendo quella difficile situazione in un’iniziativa di quelle previste nella settimana, chiaramente dovremo valutare ogni pro e contro, confrontarci anche con le strutture sanitarie, ma sarebbe davvero bellissimo far sentire a quei piccoli angeli e ai loro familiari, in maniera diretta, condividendo tutto il bello del festival, che ne sono parte integrante, protagonisti anche loro per un giorno».