Granfondo

Granfondo Scott Piacenza: il percorso della prova regina, la Granfondo

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Piacenza – “Piacenza è terra di passo” scriveva Leonardo Da Vinci nel Codice Atlantico. Per sua stessa collocazione, al crocevia tra quattro regioni, è, infatti, la porta dell’Emilia, fondata sulle rive del Po e racchiusa nell’abbraccio delle colline e delle montagne dell’Appennino. Colonia Romana, poi importante centro medievale, fu da sempre una sosta ideale nel passaggio di principi e pellegrini, crociati e templari, commercianti e artisti che qui lasciarono il segno.

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Domenica 4 Settembre anche i partecipanti alla Granfondo Scott lasceranno il segno del loro passaggio, quando il fruscio dei tubolari o copertoncini lì guiderà lungo il territorio piacentino che si schiude allo sguardo offrendo un paesaggio variegato in un alternarsi di pianura, collina e montagna. Dalla Val Tidone e dalle sue dolci colline segnate dalle viti, alla Val Trebbia verdeggiante e stretta nel suo alternarsi di meandri del fiume, dalla Val Nure con le sue cime che si innalzano in un susseguirsi di speroni rocciosi, laghetti, prati e boschi, alla Val d’Arda che si apre con tracce ben conservate del mare preistorico che un tempo in parte la ricopriva. Senza dimenticare il Po e la Bassa Piacentina, una terra traversa, dominata dai ritmi di piena e di secca del Grande Fiume. Natura, città d’arte (Bobbio, Castell’Arquato, Grazzano Visconti e Vigoleno), castelli, sport e sapori.

Il percorso della Granfondo vedrà pedalare i ciclisti per 140 chilometri e affrontare 2262 metri di dislivello. Partenza alle ore 9,30 dal Piacenza Expo e dopo quindici chilometri i partecipanti transiteranno a Gossolengo comune in cui trascorse la sua infanzia la cantante Nina Zilli, abitato fin dall’antichità, dal Paleolitico, come dimostrano i reperti archeologici ritrovati, tra cui l’importantissimo fegato etrusco trovato in zona centocinquant’anni fa e databile II sec. a.C., attualmente conservato nel Museo Civico di Piacenza, che serviva agli aruspici per interpretare i segni del cielo. La prima ascesa di giornata affrontata dai ciclisti è quella che conduce a Momeliano, edificato ad una altezza di circa 340 metri sul livello del mare sulle colline che dominano la Val Luretta, in una zona le cui origini risalgono addirittura all’epoca romana, come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici. Terminata la prima fatica coloro che danno vita alla prova regina dell’evento, la Granfondo, raggiungeranno Travo per iniziare l’ascesa al Passo della Caldarola. Quattordici chilometri di salita che pur non proponendo pendenze particolarmente impegnative peserà comunque sulle gambe dei ciclisti, vista la lunghezza. La seguente discesa verso Mezzano Scotti, che arriva a metà gara, richiede comunque un grande dispendio di energie nervose prima di iniziare la scalata agli 873 metri della Cima Coppi della gara che conduce a Schiavi.

Salita lunga e impegnativa che sale in un continuo aumento delle pendenze. Un percorso collinare che ricalca le caratteristiche orografiche di questo territorio alternando salite e discese. La discesa verso Pecorara per tornare a salire verso Rocca d’Olgisio “Arx impavida del piacentino” uno dei complessi fortificati più antichi e suggestivi che domina le valli solcate dai fiumi Tidone e Chiarone. Presso il B&B di Rocca d’Olgisio il fortunato ciclista che verrà estratto a sorte il giorno della gara, tra i primi duecento ciclisti, potrà trascorrere un rilassante soggiorno. Neanche il tempo di godersi lo spettacolo che la natura propina a chi raggiunge Rocca d’Olgisio che si scende verso Pianello Val Tidone per poi affrontare le più severe pendenze verso Azzano. Prima di tornare a Piacenza Expo, attraversando Montecanino, Gazzola e Rivalta, dove si chiude una delle ultime fatiche stagionali

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