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Gran Fondo Leopardiana: la poesia del ciclismo amatoriale

Recanati (Macerata) – Passeggi per le assolate vie del centro di Recanati e ad ogni angolo ti attendi di vedere Elio Germano nel ruolo di Giacomo Leopardi nel film “Il Giovane Favoloso” che ha dato nuovo impulso al turismo recanatese. A Recanati è il folletto dell’ingegno o la fata della creatività a nascondere una storia dietro ogni finestra. Un gomitolo di storie che nel borgo hanno trovato le tappe più importanti.

Una di queste storie è quella della Gran Fondo Leopardiana, che domenica scorsa ha celebrato la sua ventunesima edizione. Ventuno anni, l’età in cui Leopardi compose la celebre poesia L’infinito, in cui il poeta recanatese celebra il colle e la siepe che gli impediva di vedere ciò che si trovava oltre quegli arbusti, ma non di immaginare immensi spazi e silenzi mai conosciuti dall’uomo.

Il pensiero di Leopardi che sprofonda nel mare dell’infinito, presenta un complesso itinerario immaginativo e conoscitivo che diventa poi il senso dell’esistenza di questa manifestazione che chiude il circuito Marche Marathon Ciclo Promo Components Trofeo NamedSport.

Per coloro che nelle diverse edizioni hanno partecipato alla Gran Fondo Leopardiana, l’infinito è rappresentato dall’orografia del territorio recanatese e marchigiano in genere, un’onda sinusoidale che alterna altezze variabili e digrada verso il mare, l’itinerario immaginativo è rappresentato, nelle ore che precedono la gara dal desiderio di esserne protagonisti, mentre quello conoscitivo dalla volontà di conoscere la storia di questa città e i suoi celebri cittadini: Giacomo Leopardi e Beniamino Gigli.

Una città che in questi ultimi anni ha rinnovato il suo look, regalando ai turisti sempre nuove occasioni per ritornare nella terra del tenore Beniamino Gigli.

E’ sabato, il centro recanatese all’ombra del Palazzo Comunale e la Torre del Borgo, si anima di ciclisti che con rispetto quasi religioso entrano nello splendido atrio del municipio per ritirare pacco gara e busta tecnica.

La notte proietta le sue ombre sul selciato di Piazza Leopardi e sembra materializzarsi il set cinematografico in cui girare altre scene del film su Leopardi. Il sabato del dì di festa volge ormai al termine e con la notte scende anche il silenzio a rendere ovattata questa città.

Per Leopardi sabato è metafora di giovinezza e questa è l’età dell’illusione. Illusione che in ambito sportivo conquista invece tutti.

Il silenzio che ovattava la città nella notte di sabato si trasforma in candida e spumeggiante nebbia che tutto nasconde alla vista. E in queste poche ore chiunque volga lo sguardo verso il mare o le colline, si trasforma nel poeta che dinanzi alla siepe non aveva modo di vedere cosa ci fosse oltre ma immaginava.

Il sole riesce a fatica a farsi largo tra le nuvole e le due partenze dei protagonisti dell’evento, a orari differenziati, spazzano via le nubi. Il sudore riga il viso degli appassionati di ciclismo, protagonisti assoluti o semplici appassionati che pedalano per diletto, i ristori ricchi di dolci, frutta secca, pane e ciauscolo riescono a lenire le “sofferenze” sportive soltanto per qualche minuto.

L’arrivo in Corso Persiani è la fine di una prova dura da raccontare a coloro che condividono la tua stessa passione mentre viene consumati il lauto pasto sotto il colonnato del Palazzo Comunale. Un pranzo d’altro tempi che unisce passione e socializzazione.

La premiazione finale con deliziosi trofei che evidenziano la regione Marche al centro dell’Italia e i luoghi simbolo di Recanati al centro della regione al plurale chiudono un’altra indimenticabile edizione della Gran Fondo Leopardiana vissuta tra intrecciando storia attuale e d’altri tempi, passione sportiva e poesia.

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