Strada

Biagio Saccoccio: “Metodo di lavoro basato sul dialogo, obblighi e responsabilità per risolvere i problemi del ciclismo amatoriale”

Roma – Biagio Nicola Saccoccio, lo scorso 22 maggio si è svolta a Roma un incontro tra il Settore Amatoriale della FCI e gli Enti di Promozione Sportiva convenzionati, a cui Lei ha partecipato in quanto Vice Presidente Nazionale CSAIn e responsabile di CSAIn Ciclismo. Molti gli argomenti discussi che recentemente il Consigliere Federale Gianantonio Crisafulli, che è anche responsabile e referente del settore amatoriale FCI, ha riproposto in un’intervista pubblicata sul sito della Federazione Ciclistica Italiana.

Tutto questo, oltre a conoscere il Suo parere su quanto dichiarato dal dott. Crisfafulli, ci offre, l’opportunità di affrontare con Lei argomenti di primario interesse per il mondo del ciclismo amatoriale come sicurezza, salute, normative, assicurazione e costi della tessera che ormai da diversi mesi sono al centro di alcuni dibattiti e polemiche.

  • Crisafulli nella sua intervista dice: Siamo passati da una situazione conflittuale ad una piena collaborazione, riuscendo a realizzare negli ultimi anni challenge comuni.

“In primo luogo ringrazio la redazione di Radiocorsaweb.it per avermi coinvolto nel Suo programma di informazione. In merito all’incontro del 22 maggio tengo a ribadire che per vie generali condivido pienamente su quanto affermato da Gianantonio Crisafulli, cui ribadisco tutta la mia fiducia ed assicuro la mia totale collaborazione, come peraltro attuata con il suo predecessore, con la segreteria e la dirigenza federale. Crisafulli si è limitato ad un legittimo intervento di carattere politico senza fare riferimenti a delle specificità ma, le diverse problematiche emerse, e ve ne sono, avranno bisogno di ulteriori e dettagliate analisi, che, come lui stesso dice, dovranno essere oggetto di attento esame da parte del tavolo condiviso. 

Per quanto riguarda CSAIn non vi è mai stata alcuna “situazione conflittuale”. Ricordo che il Ciclismo CSAIn inizia la sua attività nel 2011 proprio per appianare ogni tipo di conflitto derivante dalla pregressa situazione UDACE, cui era demandato la gestione tecnica del ciclismo CSAIn. Certo Crisafulli ha generalizzato, ovvio che non potesse fare diversamente, tuttavia, viste anche le difficoltà che personalmente ho affrontato quale coordinatore della consulta, non posso che confermare che conflitti ve ne sono stati. Per quanto riguarda “challenge comuni”, me ne compiaccio, sono situazioni che sostengo da sempre, difatti, per quel che riguarda CSAIn, è facile trovarne in varie Regioni”.

  • Facciamo chiarezza su un punto. Ma la Consulta Nazionale Ciclismo, di cui Lei ne è stato il coordinatore per un biennio, è stata chiusa o è ancora attiva?

 “La Consulta formalmente non è mai stata dichiarata sciolta. L’unico atto formale di dimissioni dalla stessa pervenne da parte della FCI. Mi risulta che nessuno degli EPS ha mai inviato disdetta di adesione. Anzi, tutt’oggi, nonostante la convenzione stipulata con la FCI, tra gli EPS   sono rimaste indefinite delle primarie questioni che, paradossalmente, proprio la consulta continua a faroltrepassare. Comunque questo rimane un aspetto che gli EPS devono chiarire e che, ritengo, il Coordinamento degli stessi approfondirà”.

  • A proposito delle sinergie quale è il suo pensiero?

“Ci sono aspetti specifici da valutare, mi spiego: Se nel corso del tempo la consulta ha avuto delle difficoltà operative è stato proprio per mancanza di queste sinergie, in particolare quest’ultime sono venute meno proprio tra gli EPS. Ora, con la FCI che esercita il ruolo di supervisione che il CONI gli demanda spero possano nascere collaborazioni propositive, anche se, a mio avviso da questo primo incontro sono emerse problematiche concettuali e culturali radicate nel tempo, quindi il lavoro da fare è ancora tanto. In merito al sostegno alle attività giovanili federali concordo pienamente, difatti, nonostante le difficoltà burocratiche e normative, come CSAIn, abbiamo sposato da tempo questo progetto, sovente delle attività di MTB sono precedute da un evento riservato alle categorie giovanili utilizzano la medesima logistica. Ma è facile trovare anche eventi simili per l’attività strada. Suppongo che queste azioni di collaborazione appartengono anche altri EPS ma non ne sono a conoscenza.  Ritengo invece che tali iniziative e sostegni dovrebbe essere una costante nel corso di gare amatoriali federali, pare invece che in qualche Regione questo sia stato motivo di contrasto”.  

  • Crisafulli ha ricordato che nella Convenzione firmata dagli Enti ci sono impegni che vanno rispettati.

“A mio avviso, parlare di impegni da rispettare è fondamentale, a condizione che siano ottemperati da tutte le parti in causa. Un “contratto” o lo si rispetta o lo si annulla, non vedo alternative. Al riguardo nel corso dei lavori ho espresso la mia opinione a chiare note. Se è pur vero che ad ottobre si approfondiranno aspetti per il prosieguo del rapporto, però è anche vero che le convenzioni sono in essere da gennaio 2016, quindi vi è già stato un chiaro parametro di valutazione. Evidentemente, nonostante le “anomalie”, si è voluto dare una seconda possibilità a tutti, ovviamente concordo con questa scelta che, come converrete, non potrà essere sempre così.

Ci sono certamente situazioni su cui ci si può anche interrogare sulle contingenze, di cui nessuno può ritenersi esente, ma, ce ne sono altre sulle quali non si può, e non si deve transigere, in particolare sull’applicazione del codice etico, ex agonisti, costi del tesseramento, solo per citare i più eclatanti. Con questo non voglio dire che il mondo CSAIn è perfetto sotto ogni aspetto ma per i tre aspetti elencati non si transige, cercando di applicare alla lettera quelli che sono i dettami della convenzione. La mancata applicazione delle norme etiche da parte di alcuni EPS fu la causa principale delle mie dimissioni da Coordinatore della consulta, da allora poco è cambiato. Nel 2016, nonostante ci fosse la sottoscrizione della convenzione, si è perseverato. Crisafulli nel corso dell’incontro ha citato fatti, enti e circostanze senza ricevere risposte. Se queste sono le premesse … A fronte di queste conclamate inadempienze, se è pur vero che la convenzione fa testualmente riferimento all’applicazione delle medesime condizioni nei confronti degli altri EPS convenzionati con la FCI, risulta alquanto difficile condividere progetti e attività con quegli organismi che disattendono i canoni convenzionali. Non mi ritengo un ipocrita, quindi questi aspetti li ho ben messi in evidenza nell’occasione e vorrei chiedere alla FCI come intenderà fare da garante alle regole che ci   fa sottoscrivere in fase di convenzione”.

  • In un intervento del consigliere federale Crisafulli si legge: “Sono convinto che il vero obiettivo di “noi” amatori non possa prescindere dalla mission della Federazione, ovvero di far crescere un movimento forte e competitivo”. Mi sembra che l’obiettivo dell’avvocato Gianluca Santilli, che ha preceduto Crisafulli alla guida del settore amatoriale non era propriamente questo (evitare esasperazione dell’agonismo)

“La domanda depone a diverse sfaccettature. La mia opinione è che un movimento “forte e competitivo” (ovviamente mi riferisco a quello amatoriale, il resto compete a chi ne ha titolo), deve essere improntato su regole certe, partendo proprio dai requisiti di convenzione sottoscritti da tutti. Quindi la prima cosa da fare è ristrutturare il sistema, oggi che abbiamo un ampio tavolo di concertazione si può fare molto, lo spirito con il quale Crisafulli si è proiettato nel ruolo lascia ben sperare. A mio avviso, una delle prime questioni da affrontare con priorità è la rimodulazione delle norme relative alle attività competitiva e in particolare a quella di fondo. Per quanto riguarda l’avvocato Santilli non so quali fossero i suoi obiettivi, sicuramente il suo è stato un impegno assunto con produttività, io posso dire che, la nostra collaborazione personale, per diversi aspetti è stata proficua, auspico continui ad esserla al di là degli attuali ruoli di ognuno”.      

  • Ci spieghi meglio, per ristrutturare il sistema e in particolare dell’attività di Fondo, a cosa si riferisce in particolare:

“E’ sotto gli occhi di tutti che con il passare degli anni il settore amatoriale ha snaturato quello che era la sua genesi prettamente dopolavoristica. Ora la maggioranza dei praticanti, in particolare di quelli delle attività su strada, hanno un trascorso agonistico, aspetto questo che depone a diverse sfaccettature e certo non risolvibile con le attuali limitazioni.

Le manifestazioni di Fondo (e non solo) non sono più eventi di massa ma si sono tramutate in gare dall’aspetto tecnico “semiprofessionistico”, quindi, senza ipocrisia dobbiamo prenderne atto. Con l’avvento delle Televisioni questo fenomeno è diventato persino più eclatante. Ci sono aziende che coscienti dell’impatto mediatico costruiscono team a tali scopi, trovando terreno fertile tra i tanti ex agonisti. Le G.F. sono si eventi in cui partecipano in massa ma, il proscenio riservato a pochi, quindi credo abbia poco senso continuare a tenere insieme le due cose.   Basta scorrere i vari ordini di arrivo per rendersene conto. A mio avviso bisogna trovare altre soluzioni; una di queste potrebbe essere disporre GF agonistiche con tutti i requisiti e presidi previsti per questo tipo di manifestazioni, ed altre prettamente ciclosportive, cicloturistiche e culturali più a misura dell’universo   cicloamatoriale e delle famiglie al seguito.

Le stesse gare agonistiche, sia esse in circuito che in linea, evidenziano   analoghe problematiche.  Credo che anche in questo caso la soluzione deve essere trovata nel distinguere le due cose. La soluzione la si può trovare facilmente con distinti eventi 1^ e 2^ serie o serie promozionali.  Anche in questo caso si andrebbero a risolvere dei problemi relativi agli ex agonisti, nonché al superamento delle attuali limitazioni che a mio avviso non risolvono la problematica.

Altro aspetto di fondamentale importanza è il riqualificare e rimodulare il cicloturismo sotto le sue forme più disparate, sfruttando anche concomitanze di eventi storici e culturali, coinvolgendo istituzioni, nuclei famigliari, scuole ecc. Riservando   particolare attenzione anche verso la   terza età, nonché a progetti scolatici finalizzati.

Penso ad un   programma di attività dedito anche alla promozione delle ciclostoriche, così come alle cicloturistiche dall’aspetto randonnèe; con orgoglio posso affermare che una percentuale di questo tipo di eventi si svolgono   con egida CSAIn, (ne cito solo alcune di carattere internazionale, 1001 Miglia, Sicilia non Stop, 999).  Notiamo che il settore delle randonnèe trova sempre nuovi consensi, visto che da non solo opportunità di pedalare senza stress, ma è condizione favorevole al turismo, quindi più attinente alle attività dopolavoristiche.

Questo solo per citare alcuni aspetti che, a mio avviso, devono far parte del programma del tavolo condiviso coordinato da Crisafulli”

  • Durante i lavori della riunione avete affrontato e discusso argomenti importanti come la sicurezza delle manifestazioni e i ciclisti in gara:

“La questione della sicurezza è aspetto primario, quindi non posso che ribadire quanto detto da Crisafulli. Il richiamo del Presidente Di Rocco è stato opportuno e pertinente, tuttavia, non basta solo applicare normative e prescrizioni di legge, l’attenzione deve essere sempre massima, non a caso dal tavolo di lavoro è emerso che questo aspetto riguarda indistintamente tutti. A mio avviso, oltre alla imprescindibile sicurezza delle manifestazioni, il nostro impegno deve essere orientato verso un problema ancora più annoso, quale è quello della circolazione stradale dell’utenza ciclistica.

Le cronache di tutti i giorni ci evidenziano immani tragedie che vedono soccombenti la categoria dei ciclisti, a torto o a ragione il ciclista rimane comunque il soggetto debole tra le parti. Pare che finalmente si stia promulgando una legge che tuteli maggiormente il ciclista nel corso della circolazione stradale ma, non basta una legge. Bisogna fare una costante opera di informazione e sensibilizzazione, quindi tutti gli organismi promotori di ciclismo oltre a promulgare campagne comportamentali tra i propri associati, devono coalizzarsi per una ancor più capillare azione informativa, coinvolgendo tutti i mezzi di informazione possibili, in questo la FCI deve essere capofila ancor più di quanto lo è. Come ritengo sia importantissimo coinvolgere il mondo scolastico per assicurarci una più adeguata formazione culturale al riguardo”.

  • Altra mancanza che Crisafulli evidenzia è quella di non far rispettare il periodo di fermo per gli ex agonisti.

“Per quanto riguarda l’ente che dirigo facciamo del nostro meglio per informare il territorio e soprattutto prendiamo tempestivi provvedimenti al verificarsi di queste situazioni ma, il problema è evidente che esiste. Come detto, Crisafulli nella circostanza ha fatto precisi riferimenti.

Io ritengo che anche questo aspetto vada rivisto totalmente. Il problema a mio avviso non si risolve con il periodo di fermo. Le problematiche tecniche relative all’atleta ex agonista rimangono anche dopo il superamento del periodo di fermo stabilito, lungo o corto che sia. E’ connaturato nella struttura stessa dell’atleta ex agonista sviluppare velocità diverse dalla media degli amatori di massa, quindi è naturale ed automatico il connaturarsi di una gara nella gara, con inevitabili frazionamenti che incidono sulla gestione e sicurezza degli eventi.  E conclamato che superato il periodo di fermo, il problema rimane, quindi anche questo è un aspetto che va approfondito e mediato.    La FCI, visto anche la promiscuità delle proprie gare in fuoristrada, ha stabilito che per chi ha svolto prevalentemente attività di questo tipo ci si possa tesserare master senza periodo di fermo. Non discuto la norma ma, talvolta, i possessori di tali licenze ne fanno un abuso, schierandosi anche nelle normali manifestazioni (magari per le gare FCI questo non avviene per tramite i “filtri” disposti dal fattore K), ma il problema rimane per le gare extra FCI, quindi anche questo sarebbe un aspetto da meglio codificare.   Nel tempo ho maturato l’opinione che, rimodulato le norme delle attività di Fondo, cosi come la normativa tecnica, il periodo di fermo potrebbe essere del tutto eliminato, ritornando all’istituzione della categoria MASTER GOLD. Prevedendo, contestualmente la facoltà di limitare la partecipazione di questa categoria solo a distinte manifestazione con presidi organizzativi supplementari e con delle specificità da approfondire.”

  • Sull’elenco unico dei tesserati qual’e la sua opinione?

“E’ vero che la convenzione esplicita questa evenienza, peraltro sulla quale concordo, ma al momento si configurano difficoltà formali connaturate nelle norme statutarie dei singoli organismi. Per quanto riguarda CSAIn stiamo lavorando per superare queste formalità. Tuttavia, se tutti i soggetti coinvolti esponessero pubblicamente le sentenze sanzionatorie emesse dagli organi disciplinari competenti saremmo un passo avanti. CSAIn lo fa.”

  • Sulla normativa del certificato medico e lotta al doping qual’è la posizione di CSAIn:

“Sulla normativa del certificato medico non ci sono opinioni, vi è una legge e questa va applicata e rispettata. Vorrei però precisare che gli adempimenti relativi alle certificazioni mediche sono di competenza delle ASD affiliate, agli EPS, come alla stessa FCI, compete solo dare direttive, richiamando i diretti interessati alle responsabilità correlate.  In merito alla lotta al doping, l’unica cosa che si può fare, cosa che noi di CSAIn facciamo (sicuramente fatto anche da altri ma non ne sono a conoscenza), è il fare prevenzione attraverso incontri di sensibilizzazione con ASD e tesserati. Purtroppo per quanti sforzi si possano fare, la “cultura” del doping permane. Il ciclismo degli enti è fatto per lo più di soggetti maggiorenni e credo che per quanto si possa esercitare il ruolo di “educatori”, su “malati di protagonismo” si incide poco. Al riguardo lo stesso codice etico si è mostrato inefficiente, credo che chi ha titolo a legiferare dovrebbe prevedere non più solo squalifiche temporali ma, stabilire la radiazione definitiva dal mondo sportivo.  Come dicevo prima, la cosa che meraviglia è che ci sono ancora enti che non espongono sui loro siti elenchi di sanzionati, anche questo è un aspetto da affrontare”.

  • “Concorrenza sleale”, differenza tra i costi del tesseramento di FCI ed Enti.

“Visto che in convenzione è stato stabilito il parametro delle quote di tesseramento, quantificato in uno scostamento massimo del 30% da quello federale, non si dovrebbe parlare di concorrenza sleale. Bisogna solo far rispettare la norma; anzi rispettare la norma. Se vi sono EPS che consentono tali sotterfugi, anche se per mezzo di azioni locali, si deve intervenire drasticamente, non vedo alternative. La mia opinione è che su questo aspetto la FCI non deve transigere, invece, ad oggi, i fatti ci dicono altro. A me pare che la vera concorrenza sleale non è tra FCI ed Enti ma tra gli Enti stessi o in particolare da parte di alcuni di questi (ovviamente non generalizzo)”. 

  • Ma se ci sono stati comportamenti scorretti da parte di alcuni soggetti, come evidenziato da Crisafulli, perché non sono stati sanzionati già quest’anno?

“La domanda non la deve rivolgere a me. Posso solo dire che di tali inadempienze ne sono avvenute anche nel 2016 e, se pur circostanziate,  non hanno avuto seguito certo è che, come è stato evidenziato durante la riunione, spesso le periferie operano in modo autonomo dal centro e si possono avere difficoltà ad informare il territorio, ma è pur vero che non si può giustificare tutto con l’ignoranza, forse potrebbe essere utile pensare a delle sanzioni a riguardo”.

  • Assicurazioni. Il confronto può essere ridotto soltanto alla franchigia applicata dall’assicurazione? O ci sono altre voci di cui tener conto?

“No, a me pare ci sia stata una asserzione troppo generica. In primo luogo va precisato che vi è un decreto (296/2010) che dà delle precise direttive sulla materia. Riguardo le polizze degli enti queste sono connaturate nella loro struttura multidisciplinare, quindi non possono essere del tutto sovrapponibili a quelle di una federazione monotematica, peraltro non mi risulta che altre federazioni convenzionate abbiano mosse queste singolarità. Tuttavia, ritengo che le coperture assicurative vanno viste nel loro complesso: franchigie IP, diarie da ricovero, diarie da gesso, spese mediche, RCT tesserati, RCT ASD affiliate, RCT dirigenti ecc., quindi, a mio avviso, l’analisi fatta va ulteriormente parametrata.    

  • Per la denominazione delle categorie si richiama l’UCI, Lei crede sia opportuno uniformarne la   definizione.

“La sostanza non cambia, ormai tutte le iscrizioni alle manifestazioni tengono fede degli anni di nascita, quindi lo ritengo un aspetto ininfluente. Il conservare le denominazioni storiche è stato   un fatto culturale e di abitudine ma non di sostanza, comunque uniformarle nel nome non è un problema. Tenendo comunque in debito conto che gli EPS prevedono categorie amatoriali sin dal 13° annodi età, cosi come previste alle norme sanitarie. Anzi, citando l’UCI mi dà l’opportunità di rimarcare il problema relativo al riconoscimento da parte degli EPS delle tessere emesse da federazioni estere, non avendo gli enti relazioni formali di reciproco riconoscimento con queste strutture, aspetto che la convenzione contratta con la FCI non supera.  Quindi si vanno ad inscenare una serie di problematiche assicurative, sanitarie ecc., oltrepassabili unicamente con un nuovo tesseramento secondo le procedure previste dalla normativa italiana. Nella precitata riunione ho riproposto la questione a Crisafulli, mi auguro che per il 2018 la cosa possa essere definita”.

  • Crisafulli richiama ad una più puntuale attività di informazione riguardo i contenuti delle Convenzione nei confronti dei propri dirigenti territoriali.

“Obiettivamente talvolta si riscontrano delle anomalie interpretative ma, tuttavia ritengo che la questione non riguarda solo i dirigenti degli enti. Come ho avuto modo di dire in assemblea, sicuramente il territorio deve essere a conoscenza degli iter procedurali mai i rapporti di convenzione sono tenuti unicamente a livello centrale, quindi giustissimo il coinvolgimento ma altrettanto giusto è l’evitare sovrapposizioni”.

  • Crisafulli, saggiamente, dice che   i margini di crescita ci dicono che la “lotta” tra Enti non è la soluzione. Lei cosa ne pensa.

“Penso e dico esattamente la stessa cosa. Tuttavia sono convinto che la soluzione è sempre radicata nelle regole e nel rispetto del lavoro altrui. Il baratto, svendere tessere, come i sotterfugi, non fanno crescere ma danno solo opportunità a mercanti del momento. A mio avviso, la crescita passa attraverso la credibilità del lavoro, dei servizi prestati e tramite la promulgazione di   attività a misura del mondo che si rappresenta. Questo è il mio pensiero e su questa strada conduco il mio settore, cosa che faccio in simbiosi d’intenti, con i tanti amici che sul territorio lavorano al mio fianco. Comunque la soluzione la troviamo scritta nelle pieghe della convenzione, basta applicarla. La Consulta, essendo un organo consultivo, non è riuscita a risolvere questo problema, ora, fiducioso, pur nel rispetto delle autonomie dei singoli EPS, confido nel ruolo della FCI. Vedremo!”

  • Duecentomila amatori tesserati da FCI ed Enti e oltre ottocentomila che non sono tesserati secondo le cifre snocciolate da Crisafulli. E’ difficile inoltre capire quali possono essere i servizi da migliorare sotto il punto di vista qualitativo e dedicare agli amatori.

“Sicuramente questi dati sono approssimativi, certo è che di persone che vanno in bicicletta in modo non organizzato ve ne sono molte. Guardando a questi “ottocentomila” il mio primo pensiero è rivolto a quanti di questi si sono premuniti di una idoneità medica. Avvicinarli e coinvolgerli deve essere il compito primario di chi promuove sport, cosa che lo si può fare maggiormente tramite iniziative promozionali e ludiche anche sostenendo iniziative delle ASD affiliate. Per esperienza diretta posso affermare che tanti praticanti   della Mountain Bike sono dei neofiti che provengono proprio da questa fascia di cittadini.

Come ho detto in precedenza, il mondo cicloamatoriale si presta a tante opportunità. Ognuno vi può coronare le proprie aspettative, alla classe dirigente, agli EPS e FCI, come alle stesse ASD affiliate   compete creare le condizioni opportune. Certo   l’importante è che ci sia una normativa tassativamente equanime per tutti i soggetti coinvolti. La differenza tra questi la deve fare solo la qualità dei servizi e non certo il ricorso ad espedienti. 

Per ciò che mi riguarda direttamente posso dire che nonostante la vocazione agonistica, in CSAIn siamo costantemente impegnati nella promozione e sostegno di   diverse iniziative ludiche, culturali e aziendali che, assolvendo anche al ruolo di Ente di promozione sociale quale CSAIn è. In sostanza, ritengo che il ciclismo amatoriale debba essere più a misura dei praticanti, creando opportunità per tutti. Quindi, come dicevo in precedenza questo deve essere uno degli impegni primari da assolvere”.

  • Quali sono le sue conclusioni?

“Le mie conclusioni sono che, volendo, abbiamo l’opportunità di rinnovare il fantastico mondo che ruota intorno alla bicicletta. CSAIn al suo interno cerca di farlo ma cosa ancor più importante è farlo in una condivisione di progetti parlando tutti lo stesso linguaggio. Esortando “tutti ad aprire la mente” Crisafulli sembra aver ben individuato il fulcro del problema, scegliendo la strada della collaborazione pur mantenendo un ruolo di garante la FCI potrà riuscire a superare quelli che sono stati i limiti della consulta garantendo la giusta sicurezza, fungendo da stimolo al miglioramento dei servizi a beneficio di tutti coloro che vorranno avvicinarsi a questo nobile sport. Oltre a ribadire la mia fiducia e l’augurio di buon lavoro a Gianantonio Crisafulli, tengo anche a ringraziare Paolo Pavoni che negli anni è stato un interlocutore attento e competente, quindi concludo riaffermando che le soluzioni ai tanti problemi le troviamo nelle parole di Crisafulli ” metodo di lavoro basato sul dialogo, nella quale, però, sono stati fissati anche obblighi e responsabilità“.  Affidiamo il responso ai prossimi mesi.”

 

 

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